logo

Recensione: L’uomo senza colpa

Il primo lungometraggio di Ivan Gergolet, ambientato a Trieste e nei suoi sobborghi di lingua slovena, è un’analisi molto toccante sulle imperfezioni umane

Il trailer del film

Secondo il testo alla fine del lungometraggio d’esordio di Ivan GergoletL’uomo senza colpa [+], 125 milioni di persone sono esposte all’amianto sul posto di lavoro e le complicazioni derivanti da questa esposizione mietono circa 100.000 vittime all’anno, mentre il pericoloso materiale è ancora in una zona grigia dal punto di vista legale. Il film è stato presentato in anteprima al concorso per opere prime del Black Nights di Tallinn, che potrebbe rivelarsi un buon trampolino di lancio per la partecipazione a festival più piccoli durante l’inverno e la primavera, mentre si prevede una distribuzione, almeno nei Paesi di coproduzione (Slovenia, Italia e Croazia).

L’uomo senza colpa potrebbe essere dedicato a tutti i lavoratori vittime dell’amianto e alle loro famiglie, ma la sostanza tossica in sé funge solo da innesco per un teso thriller-drama costruito su altri dilemmi. Dopo la sequenza d’apertura, che è in realtà un incubo in cui la parola “polvere” in sloveno viene cantata alla maniera di un canone ecclesiastico del primo Rinascimento, incontriamo la protagonista, Angela (Valentina Carnelutti, particolarmente prolifica quest’anno), infermiera in un ospedale di Trieste. È vedova, poiché il marito Andrea è morto a causa dell’esposizione all’amianto, e non è stato l’unico tra i suoi colleghi a subire tale sorte: il suo amico Sandro, marito della migliore amica di Angela, Elena (Rossana Mortara), è il prossimo della lista. Sia Elena che Angela incolpano il loro ex capo, un imprenditore nel campo delle costruzioni di nome Francesco Gorian (l’attore sloveno Branko Završan), per la loro perdita.

Quando Angela viene a sapere che Gorian ha avuto un ictus ed è finito in ospedale, va a trovarlo. Lì incontra il figlio Enrico (Enrico Inserra) che, ignaro della storia tra le due famiglie, ammira la sua professionalità e le offre di occuparsi di Francesco a casa loro. All’inizio la donna è riluttante, ma quando finalmente accetta si trova di fronte al dilemma se vendicarsi o meno. E se sì, come?

L’uomo senza colpa sarà anche un’opera prima, ma è certamente un’opera matura: un film di un autore maturo (Gergolet ha all’attivo diversi cortometraggi, alcuni documentari e molti film industriali, sia in Slovenia che in Italia) e di una persona matura. Il modo in cui intreccia storie personali complicate con storie nazionali altrettanto tossiche è semplicemente magistrale, così come l’uso della lingua slovena, che compare solo nei momenti chiave di grande tensione emotiva. La sua scrittura intelligente è accompagnata da una regia altrettanto abile, con un forte senso dello stile visivo che combina elementi come l’accurato lavoro della macchina da presa di Debora Vrizzi, il production design di Marco Juratovec e il montaggio misurato di Natalie Cristiani in un insieme fluido e logico. Il paesaggio sonoro del film è usato per massimizzare l’effetto emotivo, e sia la colonna sonora moderno-classica di Luka Ciut che il sound design di Julij Zornik servono bene a questo scopo.

Anche il casting, la recitazione e la regia degli attori sono punti di forza del film, con l’impegno di Branko Završan che si rivela il più impressionante. Il suo compito è uno dei più difficili: trasmettere un senso di minaccia senza parlare nessuna lingua e con opzioni fisiche molto limitate, ma anche rendere tale minaccia abbastanza umana e di basso profilo, e l’attore eccelle in questo. Anche gli altri membri del cast sono convincenti nel mostrare le emozioni sfumate e le motivazioni dettagliate dei loro personaggi imperfetti, ma molto umani e simili alla vita. L’uomo senza colpa è forse un po’ troppo calcolato per un film che tratta di emozioni umane, ma è un esordio sorprendentemente maturo e ben realizzato.

L’uomo senza colpa è una coproduzione tra Slovenia e Italia di StaragaraTransmedia Production e Propeler FilmSlingshot Films si occupa delle vendite.

Fonte: cineuropa.org

Comments are closed.